EDIT: Ci informano che da alcune settimane è attivo l’account ufficiale Amat del tram @PalermoTram su Twitter .
È il preludio alla riapertura dei social che riguardano il gommato?
L’azienda municipalizzata con sede in Via Roccazzo è totalmente sparita dai social network.
Nell’era della comunicazione digitale, l’azienda dimostra di essere anni indietro nella comunicazione.
Basti pensare che l’ultimo post pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook risale all’11 Novembre 2015, che coincide anche con l’ultimo tweet.
Ma perché Amat non ha più investito sui social?
La comunicazione dovrebbe essere una delle priorità dell’azienda di Via Roccazzo, invece sembra che preferisca non avere contatti e trincerarsi dietro l’unico centralino telefonico che spesso fornisce informazioni poco precise e vaghe, d’altronde non possiamo pretendere che un dipendente dietro una scrivania conosca ogni spostamento/ritardo/danneggiamento di ogni singolo autobus.
In realtà proprio i social, oltre che come valvola di sfogo, potrebbero essere utili per raccogliere segnalazioni e lamentele.
Autobus sporchi, autisti ritardatari, paline che forniscono informazioni errate.
Insomma ci sarebbe veramente tanta carne al fuoco.
E purtroppo nei prossimi mesi la situazione rimarrà la stessa in quanto non sono previsti fondi e finanziamenti per un semplice addetto alla comunicazione che dovrà quindi essere effettuata o da personale interno che avrebbe anche questa menzione o da personale esterno a titolo gratuito.
Ma è un’anormalità solo palermitana, o anche le altre aziende che svolgono trasporti pubblici in Italia hanno la stessa carenza?
Roma: a gestire la rete è ATAC, presente su tutti i social network fornisce comunicati e informazioni tramite Facebook, Twitter e app ufficiali
Milano: a gestire la rete è ATM, presente solo su twitter è molto attiva e si preoccupa di informare i suoi utenti anche con un app dedicata
Torino: a gestire è GTT, presente sui social e anche con un assistente in chat oltre che con un applicazione dedicata
E in Sicilia?
Catania: AMT ha un account Facebook che gestisce attivamente con comunicati, foto, video e informazioni varie. Permette tramite piattaforme terze di acquistare online sia i biglietti che gli abbonamenti
Messina: ATM non ha social network, ma ha un app dedicata oltre a servirsi di servizi terzi per l’acquisto di biglietti e soste.
Insomma anche le concorrenti isolane sono messe meglio di noi…
Che facciamo AMAT? Ci diamo una svegliata? O siamo costretti a recarci fisicamente nei punti vendita per avere info e chiarimenti?
Racconto un fatto vero a proposito dell’applicazione dell’ATAC a Roma. Un amico mio che la pensa come Fabio Nicolosi era a Roma e quindi “per forza” aveva scaricato questa famosa applicazione e ovviamente, arrivato alla fermata, la consultava: il prossimo autobus avrebbe dovuto essere lì tra 10 minuti ma invece era lì alla fermata e lui non se n’era accorto (se ne sono accorti gli altri amici). La presa per i fondelli è stata ed è ancora colossale. Come riuscire a passare per cretino a tutti i costi.
Barzellette moderne, Charlie Chaplin ci avrebbe fatto un film, tale e tanta è l’alienazione prodotta dagli smartphone.
I social per molti sono la panacea di tutti i mali ma in realtà sono più inutili che altro. AMAT ha un sito internet che funziona, basta collegarsi per trovare le notizie che servono.
P.S.: quando vi vedo camminare come zombie oppure vi vedo fermi perennemente col capo chinato sullo smartphone oppure quando guardate lo smarthpone pure mentre baciate la/il partner mi sembrate sconnessi, disadattati, con la testa altrove. Davvero un bel clone umano, l’homo-telefono.
Carissimo Orazio: condivido in pieno e approvo il tuo pensiero! Oggi moltissima gente campa per guardare il telefonino 24 ore su 24 ! Il mondo e’ quello ! Pur essendo il telefonino una grandissima comodita’ per il fatto di poter comunicare facilmente, c’e’ da dire che ha causato l’INCRETINIMENTO GLOBALE della gente, ormai dipendente da questo oggetto peggio che se fosse una droga! Chi scrive,l’articolo ,non si accorge che gli autobus dell’AMAT almeno in zone centrali FUNZIONANO PERFETTAMENTE con passaggi entro i 10-12 minuti, non si accorge che le paline sono state tutte rinnovate e aggiornate con percorsi e orari anche delle linee notturne; non si accorge che i tram funzionano meglio di una metropolitana PERCHE’ SONO SU STRADA E NON SEPOLTI SOTTO TERRA ! No! quello che importa e’ fare il biglietto con lo smartifon (io odio l’inglese,altro incretinimento della moda) avere allo stesso modo informazioni e cretinate simili !!!
“Mobile Lovers” (2014, Banksy, Bristol, Regno Unito):
https://i.dailymail.co.uk/i/pix/2014/04/15/article-2605285-1D21933000000578-518_636x382.jpg
Luddisti alla riscossa
No, non si tratta di luddismo.
Si parla di gente ormai incapace letteralmente di vivere (guidare, uscire e camminare per strada, orientarsi) senza il sostegno della tecnologia (e questa è un’involuzione perchè occorre usare la tecnologia, non essere usati da essa) oltre che di generazioni che hanno difficoltà a distinguere il virtuale dal reale, tra la realtà e la sua rappresentazione con conseguente alienazione mentale.
Poi ben venga l’app AMAT, per carità, a qualcuno piaceerà.
Oggi sul 102 una ragazza non capiva come si introduce il biglietto magnetico nella validatrice: LO PIEGAVA E TENTAVA DI FORZARLO……….
Io guardavo divertito ma non l’ho aiutata ! dopo vari tentativi lo ha capito da sola…..CERTO QUESTA lo “smartfon” LO SA USARE…..ma per il resto e’ un’INCAPACE !!!!!
Mah guarda, io andrei piuttosto cauto nel giudicare una persona incapace perché non ha saputo inserire il biglietto nella validatrice.
Il motivo è piuttosto semplice. Io ho girato parecchio, e di biglietti e mezzi ne ho visti a centinaia, ma mai nella vita mi è capitato di dover piegare il biglietto per validarlo, anzi un sacco di validatrici, contro le truffe neanche permettono l’inserimento del biglietto piegato.
C’è ben poco da ridere, e basta osservare un po’ i turisti per notare numerosi casi di persone in difficoltà, proprio perché questo modo di operare va proprio contro i canoni delle altre società.
Si, in effetti il biglietto “che si piega” e poi si timbra e’ una “creazione AMAT unica”…………………….
Trovo assurdo (eufemismo) un ragionamento secondo cui, poiché c’è gente che abusa di smartphone e social media, allora bisogna bannarli dalla vita pubblica. Siccome c’è gente che abusa delle medicina, smettiamo di curarci. Siccome c’è gente che corre in auto e mette in pericolo la propria e l’altrui vita, vietiamo la vendita delle automobili. Indubbiamente la soluzione migliore…
Se c’è gente che non riesce a staccare lo sguardo dello schermo di un telefonino o che non riesce più neanche a raggiungere il bagno di casa senza attivare il gps sul proprio smartphone, problemi loro.
Non vedo perché ne devo piangere le conseguenze io e non devo potere usufruire di servizi enormemente utili. Dagli aggiornamenti in tempo reale di problemi alla rete ai tempi d’attesa basati sul gps, dalle ‘info online sulle linee alla possibilità del biglietto/abbonamento elettronico. E una miriade di altri servizi che solo 5 anni fa non erano disponibili e significano minori perdite di tempo ed efficienza del servizio. Ditemi un solo motivo per cui questi servizi frutto delle nuove tecnologie non dovrebbero essere usati. Certo, poi c’è quello che ride perché una ragazza non sa come usare il nuovo biglietto, arrivando alla geniale conclusione che è colpa degli smartphone.
Si sa, l’uomo di Neanderthal era molto più intelligente dell’uomo moderno, vista che a quell’epoca nessuna tecnologia aveva ancora rincretinito il genere umano.
Per chiarire il mio pensiero mi cito.
“Poi ben venga l’app AMAT, per carità, a qualcuno piaceerà. “.
Sono d’accordo con te quindi. E pure con me.
Sottoscrivo al 100%. Un’azienda pubblica dovrebbe, nei limiti del possibile, fornire quante più soluzioni possibili per pagare il viaggio sul mezzo di trasporto: card ricaricabile, app per smartphone, contactless per card e smartphone, gettoniera, biglietto pre-stampato e via dicendo. Ognuno poi utilizzerà quello che ritiene più opportuno, senza per forza dovere considerare un troglodita chi sceglie il cartaceo e un rincoglionito chi invece il mezzo elettronico.
A me personalmente la possibilità di uscire da lavoro, magari dopo un doppio turno, e vedere arrivare il bus alla fermata e fare in dieci secondi il ticket con il telefonino, torna parecchio utile. Poi durante il viaggio penso a Orazio, mi redimo e passo il tempo fra cubo di Rubik e Noncibuchi… 😀
A parte il cubo di Rubrik, cavolo siamo d’accordo? 🙂 🙂 🙂
Avanzi un caffè quando cali a Palermo o quando salgo a Manchester (o era Birmingham?) E pure se non siamo d’accordo.
Era Birmingham, ma forse fra qualche settimana, se trovo un landlord con un minimo di apertura mentale, diventa Inverness, Highlands, montagne e loch, haggis e certi tagli di carne da orgasmo stomacale…
Siamo d’accordo? Non è importante, l’importante è portarsi rispetto anche se uno è marziano e l’altro venusiano. Io marziano. 😉
Salve, scusate ma sono anni che ormai non uso mezzi pubblici se non il treno (uso bici e moto). Ma davvero il biglietto del bus non è uguale a quello utilizzato in ogni altro posto, cioè si deve piegare per timbrarlo?
L’AMAT ha introdotto le obliteratrici per biglietti a banda magnetica e nel tempo eliminerà quelle tradizionali. Ma non subito. Quindi servono biglietti di due dimensioni: uno più largo ed uno più stretto. Ne hanno stampato un tipo adatto sia alle obliteratrici nuove, quindi largo e a banda magnetica, che alle obliteratrici vecchie, per introdurlo nelle quali occorre strappa il tagliando di controllo attraverso un tratteggio che rende lo strappo agevole.
Poi certo, sul fatto qualcuno fa commedia, qualcun altro tragedia, volendo qualcun altro ancora potrebbe dire che è addirittura geniale (pensa che sciocchezza sarebbe stata stampare due tipi diversi di biglietti ) io ti ho fatto la cronaca.
Grazie. Per ogni cosa c’è una motivazione. Doveva esserci per forza una motivazione sensata. Non penso che chi ha introdotto questo sistema sia diventato pazzo o sia incapace, ma è stato mosso da una valida, per me, per ciò che hai spiegato, motivazione.
Riprovevole…